I Manoscritti medioevali, in generale, occupano un posto speciale nel patrimonio culturale armeno. Non sono ricchi solo di contenuti storici, teologici, filosofici, letterari, materiale bibliografico, ma anche di lavori artistici nei loro soggetti letterari – stile della scrittura, arte miniatoria, Khaz (sistema di notazione musicale tipica armena) – come anche di documentazione accurata riguardo la locazione dei centri letterari, le persone coinvolte nella creazione dei manoscritti, la data di manifattura, e molti altri dettagli riguardanti gli eventi ad essi contemporanei, facendo di questi una fonte inesauribile di riferimenti. A tal proposito, ogni manoscritto può essere considerato come un unico monumento culturale.
Nonostante gli svariati testi creati attraverso ai secoli, solo 30.000 manoscritti sono giunti fino a noi. La più grande collezione di manoscritti armeni è collocata presso l’Istituto di Ricerca degli Antichi Manoscritti Matenadaran Mesrop Mashtots, a Yerevan. La collezione conta circa 13.000 esemplari di registri completi, e più di 2.000 frammenti. La Congregazione dei Mechitaristi di Venezia è in possesso di 4.000 manoscritti, la Congregazione dei Mechitaristi di Vienna ne è in possesso di circa 2.000, la Santa Sede di Etchmiadzin ne conta circa 1.000, così come la Cattedrale di San Salvatore di Isfahan – il monastero armeno a Nuova Julfa – in Iran. Molti Musei e Biblioteche famosi in tutto il mondo possiedono manoscritti armeni, alcune delle quali si trovano a Parigi, Londra, Washington, San Pietroburgo, etc. Nel 1915, durante il Genocidio Armeno, più di 10.000 manoscritti armeni sono stati distrutti.
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